Noi, figli del boom economico, degli anni ‘70 e 80, ci siamo per anni nutriti di alimenti velenosi (formaggini, dadi, margarine, con ingredienti, additivi e coloranti ora vietati dalla legge…). Siamo sopravvissuti alla buona fede di mamme e nonne che ci hanno sfamato con amore. Poi, quando volevamo un ghiacciolo ed entravamo in un bar, venivamo avvolti da una densa nuvola di fumo, che attaccava immediatamente occhi e gola. Si fumava ovunque: negli uffici, al cinema, nelle sale d’aspetto delle stazioni. In auto, con finestrini chiusi e noi bambini a bordo senza seggiolini né cinture.

Quindi abbiamo mangiato cibo tossico e fumato passivamente intere stecche di sigarette.

Questi i ricordi di un’infanzia, in cammino verso una collocazione nel mondo che ci apriva generosamente le sue porte. La scuola, l’università, il lavoro, le persone che abbiamo conosciuto ci hanno insegnato che in ogni momento possiamo imparare qualcosa. Giorno dopo giorno le nostre abitudini possono essere modificate. Progressivamente evitiamo gli ingredienti sospetti, quelli che contribuiscono alla distruzione di ecosistemi, gli organismi modificati geneticamente. Il percorso continua con l’attenzione verso i piccoli produttori locali, le comunità lontane che sopravvivono grazie a prodotti artigianali, la tutela degli animali.

Prosegue con la ricerca di quello che ci fa star bene e l’amore per il bello, la frequentazione di persone speciali, gli amici. Capiamo cosa è davvero più adatto a noi, quali scelte possiamo fare affinché le nostre azioni siano parte di un percorso in cui le rinunce sono apertura a ricchezze sorprendenti. Cresce l’affetto per le persone e per gli animali, vittime di leggi oscure e pratiche antiche. Impariamo un rispetto totale verso i nostri simili, di ogni razza, religione e orientamento sessuale. E siamo sempre felici di incontrare moltissime persone con le quali camminare insieme.

LA NATURA NON E’ UN POSTO DA VISITARE, MA IL SENTIRSI A CASA. (G. SNYDER)

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